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E’ come se in maniera graduale tutto in questa città stia cambiando, nonostante la capacità di Roma di sorprendere ed emozionare ancora, si sta vivendo, in questo periodo, una comune disillusione, dalla società moderna, dal fascino della grande città, dalla metropoli e di conseguenza: dalla città Eterna. La Roma che aveva la forza di sorprendere e far superare i momenti di “basta, vado via”, i momenti in cui si metteva in discussione le ragioni per cui vivere in una così grande città fatta ultimamente solo di difetti e i cui pregi appartenevano solo alla storia, negli ultimi
anni sta cambiando e come se abbandonata a se stessa sta restituendo l’immagine di una città ancora una volta piena di controsensi un po’ urbana un po’ rurale. Le immagini che ho deciso di imprimere nella serie “quasi altrove” sono immagini che raccontano una città che improvvisamente si trova quasi disabitata, abbandonata a se stessa e ai pochi rimasti. Una città che non avendo più senso di esistere come Urbe e come metropoli inizia a subire, nel’abbandono, un processo di trasformazione; quasi come risposta al bisogno del cittadino che va via di
tornare ad una vita fatta di cose semplici e naturali, ad una vita rurale. “Quasi altrove” vuole essere la documentazione di una Roma del futuro, deserta e dove il monumento e l’architettura ridiventano pietra, cemento, polvere senza alcuna valenza storica o stilistica.